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La Chiesa Parrocchiale

Articolo del 05-01-2024
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Dedicata alla B.V. Assunta, è anteriore alla fondazione dell’abbazia. Il marchese Adalberto d’Ivrea infatti, nel suo atto di donazione ai monaci di Novalesa, parla delle «corti di Breme e di Pollicino», e il termine «curtis» nell’alto medioevo indica un possedimento fondiario autosufficiente, dotato di mulino, forno, cantina, officina e, naturalmente, di una chiesa. Il fatto poi che alla chiesa fosse annesso un battistero testimonia l’importanza che Breme aveva nella zona, come punto di riferimento tra i paesi limitrofi.

La costruzione della chiesa risale ai sec. X - XI, ma vi si scorgono tracce murarie di epoche precedenti. Lo stile è tipicamente romanico; la facciata, originariamente «a capanna», venne modificata nel XIII sec. con il rialzo della navata centrale e forse l’aggiunta delle due navate laterali; alla stessa epoca risale anche il bel campanile quadrato, situato posteriormente sul lato sinistro della chiesa. La muratura è principalmente in laterizio, con mattoni di diverse dimensioni alternati a ciottoli di fiume e sistemati in modo irregolare, tanto da far ritenere che in origine la facciata fosse intonacata e, forse, affrescata. Le cappelle laterali, che ampliano il volume complessivo dell’edificio, sono state aggiunte nel secolo scorso. Il sottogronda della navata principale e delle navate laterali è ornato da un motivo in mattoni «a dente di sega», tipico di molte costruzioni romaniche.


L’interno, molto rimaneggiato, è a tre navate, con abside semicircolare e senza transetto, come si nota spesso nelle chiese romaniche di area lombarda. I pilastri che sostengono la navata centrale, in laterizio e a sezione quadrata, sono affiancati e rinforzati da semicolonne di marmo (aggiunte nel 1933), come pure le arcate tra i pilastri. Il soffitto a cassettoni, dovuto anch’esso ai restauri del 1933, sostituì la bassa volta, neanche quella originaria, costruita nel secolo scorso.
Sempre ai restauri del 1933, dovuti al prevosto don Carlo Ferrandi, si deve la sistemazione attuale del presbiterio: fu costruito l’arco che lo separa dalla navata, sul quale sono affrescate figure di santi che fanno corona intorno alla Vergine Assunta; fu costruito il nuovo altare maggiore, sovrastato da un alto ciborio; sull’altare un grande crocifisso sostituì la pala d’altare (di autore anonimo, raffigurante la discesa dello Spirito Santo sopra la Vergine e gli Apostoli, si trova attualmente in sagrestia).

 

Il battistero

Situato sul lato destro della chiesa, è un gioiello dell’architettura romanica paleocristiana.
La struttura esterna è poligonale, con muratura in laterizi misti a ciottoli di fiume, affiorante qua e là dall’intonaco sgretolato. La volta è spaccata da un lanternino, di epoca posteriore. Sul lato est è situata una piccola abside, ora tutt’uno con la chiesa, che doveva forse costituire il nartece d’ingresso al battistero.
 
 
L’interno, ora adattato a cappella di S. Barnaba, è stato oggetto di importanti restauri eseguiti dal prevosto don Giovanni Battista Amiotti negli anni 1896-98 (e, pare, suggeriti dall’allora vescovo mons. Merizzi).
La pavimentazione fu rialzata in modo da coprire la vasca battesimale (a immersione, come in tutti i battisteri paleocristiani) e fu sfondata una parete, così da metterlo in comunicazione con la chiesa; a tutto l’insieme, poi, venne conferita un’intonazione neoclassica.

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